FINALE SCUDETTO 1989: GARA 5
27 MAGGIO 1989
ENICHEM LIBERTAS LIVORNO vs PHILIPS MILANO 85-86
ENICHEM LIBERTAS LIVORNO: FANTOZZI 18, FORTI 6, ALEXIS 32, CARERA 13, TONUT 11, WOOD 5, DE RAFFAELE. N.E.: PIETRINI, PELLETTI E ROSSI. ALL.: ALBERTO BUCCI
PHILIPS MILANO: D’ANTONI 9, PREMIER 20, MENEGHIN 10, MCADOO 7, KING 22, PITTIS 6, PESSINA 8, MONTECCHI 2, ALDI 2. N.E.: BALDI: ALL.: FRANCO CASALINI
LIVORNO. Lo scudetto 1988/89 si decide a fil di sirena e allora iniziamo a descrivere subito gli attimi finali di questa partita. Mancano 34 secondi al termine dell’incontro, la Philips conduce di 1 punto, 86-85, con il possesso di palla. L’azione si sviluppa con D’Antoni al limite dei 30 secondi. Premier si alza in sospensione ma il suo tifo finisce sul ferro. Il rimbalzo è di Wendell Alexis e mancano 4 secondi alla fine dell’incontro. L’americano apre sulla sinistra per Alessandro Fantozzi che palleggia velocemente fino quasi a metà campo, poi serve Andrea Forti sotto canestro. La guardia dell’Enichem, detta anche la “pantera rosa”, si alza e realizza nonostante il fallo di Meneghin. L’arbitro Grotti, che era appostato a due passi da Forti, convalida il canestro ed assegna anche il fallo al pivot milanese. Nel frattempo, Premier e Montecchi reagiscono ad alcuni sberleffi prendendo a pugni chi gli capita sotto tiro. E’ la molla che fa scattare una rissa di più vaste proporzioni. Premier viene a sua volta colpito dall’addetto alla tribuna stampa della Libertas. Il giocatore milanese, che già si era reso colpevole durante la partita di un grave e provocatorio gesto nei confronti del telecronista della RAI Gianni De Cleva, gettandoli in faccia un asciugamano bagnato, reagisce come una furia e a sua volta aggredisce Barsotti. I due cadono a terra e attorno a loro si forma un capannello di tifosi infuriati. Nella mischia intervengono il grande e compianto Kevin Restani e Flavio Carera come paceri e, dopo aver allontanato gli scalmanati, consentono a Premier di raggiungere lo spogliatoio. Prima di lasciare il campo il giocatore milanese si lascia andare ad un nuovo gesto osceno nei confronti del pubblico livornese: alza i diti medi delle mani, roteandole ripetutamente. Tornando all’ultimo canestro al tavolo non c’è ancora la certezza che sia valido. Ma dopo alcuni minuti di accese discussioni il canestro di Forti viene finalmente assegnato. Anche il quadrante è corretto in 87-86 per i padroni di casa. L’Enichem è campione d’Italia. Mentre le agenzie giornalistiche diffondono i primi loro dispacci con questo risultato anche alla televisione, che seguiva l’avvenimento in diretta, appare in sopraimpressione lo scudetto ed il nome della vincitrice, Enichem Livorno. Il palasport ovviamente esplode in un grosso boato. E’ una grande festa. I giocatori gialloblù apprendono la notizia nello spogliatoio ed anche loro si lasciano andare a gesti di gioia e brindano al tricolore. Fuori dal palasport si formano cortei automobilistici e tutte le vie della città sono attraversate da caroselli con le bandiere gialloblù innalzate al vento. La gioia delle scudetto dura però solo 2o minuti. Negli spogliatoi c’è una nuova versione degli arbitri. Zeppilli si dice sicuro di aver sentito la sirena prima che Forti facesse partite il tiro e quindi afferma che il canestro è da ritenersi annullato anche se il suo collega Grotti lo aveva considerato valido. Dopo un altro concitato colloquio con i cronometristi ufficiali dell’incontro si giunge alla decisione finale: il canestro di Forti non è valido. Lo scudetto dalle maglie dell’Enichem passa così su quelle della Philips. La notizia di diffonde all’esterno: i tifosi ammutoliscono e i caroselli scompaiano dalla città. Il TG1 delle 20 dà ancora la notizia che l’Enichem ha vinto lo scudetto. Per i livornesi si tratta dell’ultima amara beffa della giornata. Ma veniamo adesso a com’è andata la partita prima. La Philips ha giocato una partita da Philips, ovvero mettendo in campo tutta l’esperienza, la “cattiveria” e soprattutto il mestiere. L’Enichem ha accusato la grossa responsabilità del match-scudetto, impiegando molto tempo prima di togliersi di dosso l’emozione dell’evento. Ciononostante la partita è sempre stata in equilibrio. Quasi in dirittura d’arrivo la Philips ha preso il largo, 80-71, ma altrettanto perentoria è stata la risposta dei livornesi che, grazie ai canestri di Fantozzi e di Alexis, ed al carattere di tutta la squadra, hanno prontamente annullato il vantaggio milanese. Tutto da rifare dunque sull’80-80 a poco più di un minuto dalla sirena. Premier riporta avanti la Philips con una bomba, ma Alexis risponde per le rime anche se il tiro viene convalidato solo da 2 punti in quando il piede dell’americano, e anche qui c’è da farci una piccola polemica, aveva appena sfiorato la linea dei 6,25. Una nuova bomba di D’Antoni a 52 secondi dalla fine porta i milanese a +4. La replica è ancora del grande Wendell Alexis da 3 a 34 secondi dalla fine. Poi la palla persa dai milanesi e lo storico canestro di Forti prima convalidato e poi annullato. Un’altra ed ultima annotazione: l’americano milanese Albert King è rimasto in campo nonostante gli arbitri gli abbiano fischiato 5 falli. Inammissibile sarà giudicato poi il ricorso dell’Enichem per la ripetizione della partita in quanto, per i giudici, si è trattato di un miserabile errore tecnico. Insomma lo scudetto doveva rimanere a Milano.
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